LA ROTTURA DEL PATTO SOCIALE E’ LA PRIMA CAUSA DI TUMORE NELLA SOCIETA’

Nel momento stesso in cui lo Stato rompe il patto con i cittadini cessando di offrire protezione sociale e tutela della proprietà privata, ovvero non esercita le proprie prerogative per lasciare spazio agli interessi di poteri sovranazionali, quando in pratica si comporta da esclusivamente da esattore per conto dei creditori e non da garante dei diritti sanciti dal contratto sociale, allora in questo caso il popolo è legittimato a fare altrettanto, ovvero può a sua volta venire meno ai suoi impegni e comportarsi da “cellula tumorale” .
Quindi se lo stato-organismo cessa di garantire la “sicurezza sociale”, il cittadino a questo punto, per garantire la propria sopravvivenza, non può fare altro che sospendere i comportamenti sociali e iniziare a provvedere a se stesso con mezzi “primordiali”.

Una volta “sfuggiti” al caos primordiale gli Elementi, dopo “essersi organizzati” in Composti Inorganici, si sono “evoluti” in Composti Organici, per poi “dare vita” agli Organismi e quindi all’Uomo.
Questo a sua volta si è strutturato in Società che, come Robert Maynard Pirsig afferma in Lila e come sostiene Konrad Lorenz nel suo saggio “Gli otto peccati capitali della nostra civiltà”, possono a tutti gli effetti essere considerate dei veri e propri super-organismi, ovvero il passaggio evolutivo superiore a quello degli organismi.
Parallelamente all’evoluzione umana le società, a partire dai piccoli aggregati primordiali fino alle più moderne società postindustriali, si sono sviluppate dandosi come compito, quello di arginare in maniera più efficace possibile la maggiore o minore quota di “biologico” di primordiale, presente in ogni individuo.

Non c’è bisogno di scomodare studi sociologici per capire che quando una società viene abbattuta dalle fondamenta, quello che emerge è appunto il biologico insito dentro gli individui, o meglio lo “stato di natura” di cui parlava Hobbes, superato appunto attraverso l’istituzione dello Stato moderno.
Hobbes teorizzò la costituzione di un potere politico capace di ergersi al di sopra dello “stato di natura” e rispetto al quale i cittadini, rinunciando a parte delle proprie libertà, decidevano di sottomettersi concedendogli la possibilità, sia di promulgare leggi giuste e uguali per tutti, che di disporre dell’uso esclusivo della violenza per farle rispettare.
Lo Stato, essendo a questo punto l’unico soggetto legittimato all’utilizzo della violenza legale, diveniva il garante della sicurezza dei cittadini, sia dalle minacce interne, come la criminalità e la guerra civile, sia dai pericoli esterni, come i conflitti con le altre potenze.

Una delle teorie moderne sull’origine di alcuni tumori è su base “evoluzionistica”.
Secondo questo modello, quando alcune cellule subiscono la contaminazione dell’ambiente in cui sono immerse attraverso, ad esempio, processi di progressiva acidificazione dovuta ad inquinanti ingeriti, inalati o aspirati, possono ad un certo punto perdere la loro “socialità” ed iniziare a replicare se stesse in maniera incontrollata e in forma non differenziata.
Le cellule degli organi superiori sono estremamente specializzate (avendo rinunciato con l’evoluzione alla cosiddetta totipotenza) e compartecipano alla vita dell’organismo sulla base di un tacito accordo “io rinuncio alla mia specificità se tu mi offri dei servizi” .
Se il suo habitat viene inquinato, a causa di comportamenti irresponsabili del super-organismo o per via di una sua inadeguatezza a far fronte a fattori ambientali nocivi, la cellula lo interpreta come una rottura del patto con l’organismo che la comprende e a quel punto si sente legittimata a ritornare al comportamento primordiale, sepolto in qualche frammento del suo DNA.
Reagisce quindi a questa situazione regredendo allo “stato di natura” e ricominciando a fare quello che faceva prima di essere incorporata negli organismi superiori milioni di anni prima: inizia a replicarsi senza informazione, sperando di sopperire con il numero al degrado del suo ambiente.

Purtroppo le società non sono molto dissimili dagli organismi (i formicai e gli alveari in biologia vengono appunto definiti super-organismi): nel momento in cui lo Stato assume un carattere totalitario rendendo di fatto la vita impossibile ad una parte della popolazione, vengono meno le basi sociali della comunità e si creano i presupposti per lo sviluppo di un tumore, o meglio di una rivolta, in quanto la cellula ritiene violato l’ accordo tra la lei e il super-organismo.
In quest’ottica la cellula perde la sua specificità evolutiva e “regredisce” trasformandosi in un organismo asociale.
Lo fa per difesa.
Come dicevamo le società sono la caratteristica evolutiva che si è evoluta per contenere il biologico insito in ciascuno di noi.
Se la società viene meno, il biologico emerge.

A quel punto cosa può fare il super-organismo?
Difendersi a sua volta dalle cellule tumorali.
La repressione del dissenso alla quale stiamo assistendo in questi giorni, è in buona sostanza la profilassi con la quale si intende prevenire l’insorgenza di un tumore. E’ il super-organismo che impone alle cellule “evolute” dosi da cavallo di propaganda, la medicina che tende a stimolare una risposta autoimmune al tumore che si sta generando attraverso la stimolazione delle altre cellule a combattere le “cellule asociali”, che limita la crescita della massa tumorale con l’avvelenamento chemioterapico del discredito e che si prepara all’asportazione chirurgica per prevenire l’insorgenza di metastasi.

In quest’ottica la criminalizzazione del dissenso, non è altro che la profilassi prima dell’intervento chirurgico.