LA CHIAVE DI LETTURA

E’ di importanza capitale in questo momento avere la corretta chiave di lettura di ciò che sta accadendo, per osservare gli eventi dalla giusta prospettiva e squarciare il velo dell’apparenza e della menzogna messo in piedi dal loro apparato propagandistico, che è una macchina da guerra psicologica di enorme potenza che utilizzano in maniera continua e pervasiva. La corretta visione delle cose certamente non risolve i problemi ma permette se non altro di agire in maniera efficace e corretta… Se si desidera agire.
Mi permetto di sottolineare alcuni punti estremamente importanti.

1) Il Modus operandi di queste élite è quello del parassita. Infiltrano istituzioni, movimenti, partiti, associazioni e quant’altro, lasciandone intatta l’apparenza ma modificandone radicalmente finalità e obiettivi, per fare in modo che la massa continui a seguirli mantenendo la medesima percezione iniziale. In questo momento eclatante è il caso delle associazioni ambientaliste, dei sindacati, delle ONG, delle istituzioni religiose, anche se il caso più patente resta quello del PD, un partito che rimane nella percezione comune l’erede della sinistra, del movimento dei lavoratori, della tutela delle minoranze e dell’ambiente, dell’antifascismo e che in realtà é a tutti gli effetti l’esatto opposto, ovvero è il partito di riferimento delle élite globaliste neoliberali, del padronato, fortemente classista e antiproletario. Svuotato da dentro e trasformato al punto di aver avuto un segretario come Renzi, colui che ha tolto l’articolo 18 ed che ha messo in scena la finta crisi di governo per sostituire Conte con Draghi. Renzi doveva essere il Macron italiano, ma è troppo stupido e per questo è stato sostituito da Letta.
2) I Verdi sono il braccio armato della cupola oligarchica, il braccio movimentista, l’esercito di proxy sul campo; anche questi infiltrati e metamorfosati completamente dall’interno. Movimenti neocolonialisti e guerrafondai, animati da fanatismo ideologico quasi religioso. Assieme ai movimenti BLM, Antifà e alla galassia LGBT, sono i principali corpi d’armata questo esercito, da utilizzare per controllare e dirigere il dissenso popolare più estremista e violento. Saranno gli appartenenti a queste associazioni che avranno la funzione di trasferire lo scontro dalla posizione verticale a quella orizzontale e che scenderanno per primi in campo in caso di scontri con i veri movimenti anti-sistema. Guardate quanto è successo negli USA con Trump e quanto sta avvenendo in Canada, dove già stanno avendo luogo alcune rare contro-manifesrazioni contro il movimento dei camionisti; guardate bene chi sono le persone che manifestano. Tutti appartenenti ai gruppi sopracitati. Molti infiltrati, alcuni agenti provocatori e tante persone in buona fede, utili idioti manipolati dalla propaganda che fungono da scudo e da schermo alle milizie dell’élite, esattamente come è avvenuto in Siria con i jihadisti, esattamente come in Libia con le milizie di Misurata, esattamente come in Ucraina con i paramilitari neonazisti. Lo schema di fondo è sempre identico, tanto semplice quanto micidiale. Ma funziona soltanto se a far da schermo c’è la propaganda e le masse bovine che annacquano la violenza di fondo dell’operazione
3) Queste élite hanno superato il punto di non ritorno, andranno fino in fondo e nel farlo sono pronte a sacrificare i popoli europei e non solo.
Per loro siamo soltanto delle scimmie da laboratorio, anzi qualcosa in meno, visto che in Svizzera hanno deciso di tutelarle. Forse perché hanno trovato un valido sostituto.

Aggiungo a queste ottime riflessioni di Ivan Vania, leggermente rieditate, un vecchio post che va esattamente nella direzione di quanto appena detto.

La palla di neve sta assumendo rapidamente le dimensioni di una valanga.
Sono ancora troppo pochi quelli che hanno capito cosa ci stia veramente arrivando addosso.
Quella che si sta diffondendo con progressione geometrica, è una sorta di nuova teologia che ha come principale bersaglio i giovani e i giovanissimi.
La campagna per la creazione dell’esercito imperiale del futuro sta entrando nel vivo.
Al fianco dei libertari, edonisti, individualisti, ribelli senza causa deresponsabilizzati, partoriti dalla fucina degli anni ’80 e ’90, presto troveremo i combattenti per il clima.

” Jutta Ditfurth, cofondatrice dei Verdi tedeschi e fondatrice successivamente del partito Ökologische Linke, scissione a sinistra dei Grüne, ha dichiarato di non vedere nulla di positivo nel movimento “Extinction Rebellion”.

Ditfurth – che guida il piccolo partito ecologista sorto nel 1991 in risposta alla svolta riformista e governista dei Verdi tedeschi – definisce questo movimento come troppo emozionale e “non intellettuale“ (nel senso di troppo poco analitico e razionale) e persino “antistorico”, dal momento in cui non si baserebbe sul buon senso e la razionalità, bensì su “narrazioni mistiche ed esoteriche e su dei travestimenti patetici”. La rappresentante del partito ecologista descrive inoltre “Extinction Rebellion” come una “setta religiosa”, che cerca di sostituire la ragione dei suoi militanti con un’ideologia sostanzialmente spiritualista per quanto non-violenta.
Ditfurth sottolinea anche come il movimento recluti ragazzi giovanissimi e politicamente inesperti e il suo cofondatore, Roger Hallam, tende a parlare di “sacrificio di sé” e vuole vedere il maggior numero possibile di attivisti in prigione sotto forma di martiri. Non è priva di problemi nemmeno la struttura organizzativa di “Extinction Rebellion”, dal momento in cui essa le ricorda – proprio per il carattere esageratamente emozionale – quella delle sette”.

Anche Naval’nyj in Russia pesca nel medesimo bacino di utenza: si tratta di giovani e giovanissimi che non hanno vissuto in prima persona la dissoluzione dell’URSS e che non hanno quindi una visione storica dei problemi strutturali che gravano sulla Russia contemporanea e che quindi non hanno una visione d’insieme del faticoso processo di risalita che sta compiendo il paese da trent’anni a questa parte.
Per inciso sono gli stessi soggetti che qualche “illuminato” nostrano vorrebbe far votare (ovviamente dopo opportuna indottrinazione).
Il fatto di colpire soggetti che non hanno una visione storica e d’insieme della complessità dei problemi attuali, mira a sviluppare risposte emozionali e non sistemiche, che avranno come risultato quello di innestare conflitti in seno al medesimo strato sociale.
Se il film di riferimento per il “ribelli rivoluzionari” degli anni ’90 è stato “V per vendetta”, con tanto di maschere di Anonymous divenute simbolo delle proteste di piazza (le rivoluzioni colorate e le primavere arabe ricalcano la tipologia di lotta ipotizzata nella pellicola), il nuovo modello di riferimento sarà l’Arthur Fleck di Joker.
Non è un caso se oggi le maschere di Anonymous sono state sostituite da quelle del Joker, come nel caso di Hong Kong.
L’aspetto più inquietante del film è la giustificazione della rabbia e della violenza.
Se la società è ingiusta è legittimo reagire furiosamente, anche in maniera criminale.
Se in passato il Joker era un delinquente per amore del crimine, oggi il suo agire ha all’origine una giustificazione morale. Pertanto nelle società reali il malvivente si potrà sentire legittimato dall’ingiustizia sociale e potrà unirsi al cittadino comune nella ricerca di vendetta.
Il problema è che in passato l’origine dell’ingiustizia sociale era insito nelle istituzioni del paese di riferimento che erano espressione di un élite locale.
Le società contemporanee sono espressione di élite che si trovano altrove, al sicuro, ben protette nel cuore dell’impero o in luoghi remoti come il magnate Lewis che ha edificato il suo buen retiro in Patagonia
Nel mondo della finanza globalizzata e delle istituzioni transnazionali la lotta contro le istituzioni statuali è indirizzata verso un falso bersaglio ed è destinata ad indebolire ulteriormente i paesi oggetto di attacco imperialistico.
Lo abbiamo visto con i paesi non allineati. Le rivoluzioni colorate e le primavere arabe si sono risolte con la distruzione dei paesi che le hanno prodotte.
Il progetto futuro è continuare l’attacco nei confronti di questi paesi con l’aggiunta delle medie potenze europee che provano a rialzare la testa e a volgere lo sguardo ad est.

Le proteste future, non avranno luogo solo nei paesi dell’ex Patto di Varsavia o in seno al mondo arabo, ma anche nel cosiddetto mondo Occidentale con particolare riferimento all’Europa.
Nel vecchio continente ci troveremo a fronteggiare movimenti teologici tipo Extintion Rebellion (del tutto analoghi ai dirittoumanisti che hanno sostenuto l’esportazione della democrazia), mentre nei paesi in via di sviluppo vedremo comparire al fianco della ormai tristemente nota esportazione della democrazia, anche l’esportazione della coscienza climatica per mezzo delle bombe.
Sto esagerando?
Credo di no.
Partendo dal presupposto che solo trent’anni fa sarebbe stato impensabile attaccare un paese sovrano per imporgli un modello sociale che non gli appartiene, credo che la nuova finestra di Overton, che prevede l’accettazione della possibilità di costringere un paese emergente ad adottare misure “climatiche” con la forza, stia iniziando ad aprirsi.
Si spalancherà sotto la spinta dei nuovi teologi che vedono il proprio futuro minacciato dai paesi inquinatori.