A CHI STIAMO LASCIANDO LE CHIAVI DI CASA?

“Noi boomers e dintorni ci chiediamo ossessivamente, come dischi rotti, come sopravviveranno questi ragazzi e ragazze all’età dei social. Ci preoccupiamo, nella nostra insipienza digitale, del destino di questi esseri umani cresciuti senza segreti, abituati a condividere qualsiasi cosa. Che cos’è l’identità, ci chiediamo noi vegliardi, se non è mai sola, se non ha mai avuto un nido ascoso nel quale covare se stessa?
Poveretti questi fanciulli e queste fanciulle, pensiamo, che stanno plasmando il loro universo morale navigando tra siti porno. Quante sciocchezze si pensano quando perdiamo la presa sul nostro tempo. Guardatelo Blanco che si affaccia al balcone e spiega ai suoi coetanei che lo acclamano che devono indossare la mascherina, guardate con che stile ringrazia la fidanzata dopo aver fatto eccitare mezza Italia flirtando con un maschio.
Non c’è niente che non possa fare senza mai togliersi quelle stelle dagli occhi perché sa fare una cosa che noi abbiamo fatto malissimo: essere giovane. Sa navigare, e ha la spavalderia di chi non si tira mai indietro. Capace di attraversare tutto e non rifiutare niente, così forte da farsi scivolare addosso anche l’occhio malefico del Grande Fratello. È il campione di una generazione che si è chiusa in casa per salvarci, si è vaccinata in massa per tornare a vivere e non è caduta nella trappola delle fregnacce no vax. Non so voi, ma io non vedo l’ora che, dopo il festival di Sanremo, si prendano tutto. Diamogli le chiavi, chiediamogli scusa e facciamo un passo indietro.”

Questo non è un articolo di giornale ma un manifesto politico.
Chiunque voglia intraprendere una carriera politica o fondare un partito deve sapere fin da ora che è con questa (non) ideologia che dovrà fare i conti in futuro.
Adulti adolescentizzati (young adults per dirla con gli anglosassoni) e adolescenti “influenzati”, costituiscono il nuovo esercito industriale di riserva del capitale.
Rileggete questo breve passaggio con attenzione e capirete dove saremo entro il 2030 (probabilmente anche prima se riusciranno a far votare i sedicenni), ovvero quando il target minorile di questa propaganda andrà in gran parte a votare.
Il fatto di colpire soggetti che non hanno una visione storica e d’insieme della complessità dei problemi attuali, mira a sviluppare risposte emozionali e non sistemiche, che avranno come risultato quello di innestare conflitti in seno al medesimo strato sociale.
Mesi fa scrissi che lo scontro generazionale è oramai inevitabile.
A questo punto mi sento di dire che è già in corso.
La recente modifica della costituzione ha spianato la strada a questo progetto politico.

“Se il processo di globalizzazione registrò un fortissimo antagonismo da parte dei giovani, la de-globalizzazione vedrà questi ultimi schierati in prima linea con il capitale finanziario.
Il motivo è semplice: la “vecchia” generazione produttiva all’epoca era forte, numerosa e pertanto andava utilizzata; oggi, essendosi assottigliata e indebolita, può essere finalmente soffocata; i giovani saranno la mano che spingerà il coltello nel petto del ceto medio produttivo.
Nel prossimo futuro prevedo pertanto un intensificarsi dello scontro genitori-figli.
Il nuovo progetto prevede infatti l’istituzione di un reddito universale e di un sistema di accesso (non proprietà) ai beni, che di fatto costituirà la paga attraverso la quale il sistema remunererà i suoi proxy sul campo e li renderà indipendenti dalle famiglie.
Il combinato disposto di propaganda, benefit, social rating e apparato di controllo, garantirà che le milizie non escano fuori dal seminato e che l’investimento non si ritorca contro l’investitore.
Inizialmente questo sistema sembrerà la soluzione di tutti i problemi dei giovani (ove con questo termine intendo adolescenti, venti-trentenni e young adults eterni adolescenti), ma di fatto è una trappola mortale che garantirà al sistema un esercito sul campo per almeno vent’anni, ovvero fino a quando quella massa non si renderà conto di essere stata ridotta in schiavitù in cambio di un eterno presente minimalista, fatto essenzialmente di svaghi digitali, che non offre possibilità alcuna di mobilità sociale e che va bene fintantoché non intendi mettere su famiglia o non cominci a diventare vecchio (noi oggi crediamo che si diventi vecchi a settant’anni, mentre la realtà è che già a 48 anni, la mia età, si è vecchi, anche se lo specchio ci dice diversamente).
Ovviamente la cosmesi per mascherare questo processo di asservimento-arruolamento sarà quella del Green New Deal che di fatto va letto come un processo di definitiva occupazione da parte delle multinazionali degli spazi che prima erano appannaggio delle piccole e medie imprese.
Le multinazionali si doteranno di codici etici cuciti appositamente per loro che faranno sembrare green ciò che green di fatto non è.
I piccoli, essendo impossibilitati ad uniformarsi a norme create appositamente per i grandi, un poco alla volta soccomberanno.
Le grandi multinazionali a breve razzoleranno le piccole imprese in difficoltà assorbendole; stesso destino occorrerà alle attività commerciali, che saranno acquistate a prezzo di saldo per essere trasformate in negozi retail dei grandi gruppi.”

Grazie Blanco, eccoti le chiavi, quando esci ricordati di spengere la luce.