LA SCATOLA VUOTA

Il modo di agire di queste élite é quello del parassita che si impossessa del corpo di una creatura e lo utilizza a suo piacimento. Così negli anni si sono appropriati di tutto: della politica, del PCI, delle associazioni ambientaliste, dei temi ecologici, dei diritti delle minoranze e degli omosessuali, di quelli sociali, sanitari, dell’educazione dei nostri figli, della democrazia, dell’informazione.

Peggio di un micelio di un fungo, peggio di un cancro metastatico si sono infiltrati ovunque; hanno comprato, corrotto o peggio eliminato chi non si è piegato al loro gioco criminale. Per questo oggi nulla, e sottolineo nulla, è più come appare, nessuna associazione, nessun tema, nessuna battaglia.
Come tutto anche la questione ecologico-ambientale, uno dei cavalli di battaglia della sinistra dagli anni ’80, è stata parassitata, deformata stravolta, metamorfosata. Prima in riscaldamento globale, poi in generico cambiamento climatico, che viene riproposto come pura propaganda di regime in piena estate, nell’unica settimana di caldo. Tutto terrorismo mediatico con l’unico scopo di portare avanti le restrizioni e il controllo totale della loro agenda criminale 2030.

Il tutto senza un gemito, un sussulto. Anzi con qualche branco di giovani decerebrati e indottrinati dalla propaganda di regime, venduti come rivoluzionari e ambientalisti, che si incollano le mani sull’asfalto, imbrattano opere d’arte per perorare la causa dell’agenda mondialista della finanza e del WEF.
Un po’ come se le proteste studentesche degli anni ’70 fossero state a favore della DC e dei governi Andreotti .

Loro sanno bene come funziona la mente umana e come funzionano le masse, hanno gioco facile. Niente di più semplice: basta prendere uno dei temi più cari al mondo della sinistra e dei movimenti, un tema di battaglie storiche, dai pesticidi al nucleare all’inquinamento delle industrie, all’acqua pubblica (fatevi una risata vah). Prenderlo, parassitarlo, zombificarlo, svuotarlo di tutti i suoi contenuti e piano piano resuscitarlo completamente avulso nella sostanza, ma quasi identico nell’apparenza.

Ben sapendo che la massa seguirà il contenitore e non il contenuto, l’apparenza e non la sostanza. Al punto da osannare e benedire il nucleare civile e militare e demonizzare una innocente molecola, mattone fondamentale della vita sulla terrra, presente in atmosfera in concentrazioni di gran lunga superiori a quelle attuali per decine, centinaia di milioni di anni. Al punto di farci chiudere gli occhi di fronte a cieli quotidianamente velati da scarichi di combustione di motori a reazione, che volano a migliaia ogni giorno, bruciando tonnellate di kérosène ogni ora, o permettendo a decine di migliaia di cargo di solcare quotidianamente gli oceani per trasportare avanti e indietro per il pianeta inutili merci prodotte da schiavi lontani dai nostri occhi; il tutto bruciando tonnellate di carburanti di scarto, pieni di sostanze inquinanti mentre nel frattempo demonizzano le auto Euro 6.

Loro sanno di poterci manipolare a piacimento, di venderci la finzione per realtà, la menzogna per verità e sanno anche che la maggioranza di noi difenderà le loro scatole vuote, i loro parassiti, perché siamo esseri creati per credere alle apparenze e per obbedire al potere costituito. E personalmente penso che da questo punto, da questa accettazione di chi siamo veramente come specie umana, si debba partire per cercare di cambiare le cose, distinguendo in primis tra chi, anche sbagliando, è capace di esprimere un libero arbitrio e una coscienza e un pensiero indipendente, da chi invece continua ad essere un seguace di ideologie laiche o religiose che siano, da chi crede nei contenitori e non nei contenuti e chi è disposto difendere tutto e il suo contrario non appena la sua fazione di appartenenza glielo chiede o glielo impone.

Gran parte della cosiddetta sinistra in questi anni si è dimostrata nulla più che una setta di fanatici religiosi travestiti da laici finti benpensanti, pronti a rimangiarsi ogni concetto e soggetto delle proprie battaglie del passato, non appena la metamorfosi del suo clero si é realizzata. Lo si vede nei diritti dei lavoratori, calpestati e mortificati dai padroni del simbolo vendutisi al grande capitale finanziario, che hanno decretato i vari “contrordine compagni” al punto da rigettare financo la stessa parola “compagni”.

E nonostante scissioni diaspore e divisioni, lo zoccolo duro dei seguaci indefessi decerebrati, che si credono i migliori, i giusti, alla stregua dei seguaci del giusto Dio di qualsiasi setta o religione, sono ancora lì a sostenerli, di fronte al finanziamento della guerra, al sostegno di battaglioni neonazisti e a ogni tipo di stravolgimento delle idee e dei principi del passato.
E così si spiega come si possa ancora osannare uno come Purgatori, o stupirsi nel leggere l’amaca di serra di dieci anni fa, quando dava addosso all’OMS e alle multinazionali del farmaco e alla propaganda terroristica televisiva.

Tutto ciò accadeva semplicemente perché lui come la maggioranza della sfera della sinistra, agiva ne più ne meno come un estremista religioso fedele ai dogmi e ai dettami della sua fede emanata dai capi religiosi del suo partito di riferimento. Ora che è rimasto solo il contenitore di quella fede, mente il contenuto è stato cambiato radicalmente, anzi propriamente ribaltato, gli stessi seguaci della setta difendono e sostengono esattamente il contrario rispetto a pochi anni o decenni or sono, senza alcuna vergogna e consapevolezza. E così molti oggi si mostrano per quel che sono veramente e non per quel che appaiono. Meri seguaci di sette religiose e non come volevano farci vedere, esponenti del pensiero libero e indipendente.

Ora sta a ognuno di noi avere la capacità e il coraggio di staccare il cordone ombelicale, di scegliere se continuare a voler credere nell’apparenza, nell’immagine rassicurante del contenitore che ci ha guidato da tempo, o se avere il coraggio di aprire il contenitore e vedere che non c’è più nulla di quel che conteneva un tempo, anzi, che è stato riempito dell’esatto contrario per cui avevamo lottato. E da qui avere il coraggio di gettarlo e fare nostri i contenuti di un tempo, oggi orfani, senza patria nè padroni. Solo da qui si potrà ripartire per qualcosa di veramente nuovo e per quanto possibile, buono e giusto per l’intera umanità e per il pianeta che la ospita. Una decisione tra l’insicurezza dell’indipendenza e del libero arbitrio o la sicurezza del branco, anzi del gregge, e della sua fine al mattatoio.

Ivan Riccardo Surace.